martedì 10 maggio 2011

400! Per tutto il resto, c'é MASTERCARD!

IERI  8 maggio 2011 ho corso il mio primo 400 della stagione.
Il primo da marzo 2010, dato che, durante la stagione indoor, sui blocchi collezionai 2 squalifiche per falsa partenza. Ma soprattutto il primo quattrocento all'aperto dal settembre 2009... tanto, tanto tempo fa!
É dal 2009 che non correvo la MIA gara, la MIA distanza, quella in cui mi trovo REALMENTE a MIO AGIO; la distanza che CONOSCO e che preparo da quando ho iniziato a fare atletica... Sono stati 15 mesi di allenamenti, infortuni e ancora allenamenti. Dentro e fuori dal campo. 

I peggiori sono stati i mesi  della scorsa estate. Li ho vissuti dapprima con rammarico, poi con rassegnazione: troppo spesso mi ritrovavo a leggere le graduatorie e i nomi di nuovi piccoli mostri che si affermavano e dei vecchi avversari che si miglioravano... Il tutto mentre restavo rinchiuso nel mio campo, isolato dal mondo, fermo o a regime ridotto...per un po' ho anche dovuto allontanarmici da quel campo (devo dire grazie a chi é stato accanto a me in quei mesi, su tutti una persona, perché senza di Lei sarebbe stata davvero dura).

In questi 15 mesi la mia unica realtá atletica sono stati gli ALLENAMENTI. Unica fonte di sfida e di confronto. Non uso mezzi termini: sono un mostro in allenamento. Ma sono arrivato a gongolarmi e coccolarmi a tal punto delle mie sicurezze invernali, da dimenticare che cosa sia LA GARA!


Mi sono allenato cosí tanto da dimenticare che il fine non sono le 365 sedute di allenamento, ma I RISULTATI FATTI NELLE 5 GARE CHE CONTANO... e ora che mi ritrovo la stagione alle porte, mi ritrovo eccitato e spaventato al tempo stesso.

Le prime sensazioni che ho ritrovato questa domenica nel pre-gara sono state di PAURA: avevo dimenticato come la TENSIONE, L'ASPETTATIVA, e il TIMORE DI DELUDERE ti chiudono lo stomaco  torcendoti il diaframma e martellando nella testa... Hai voglia a ripeterti "corri sciolto!" e "aspetta lo sparo!". Tuttavia sono riuscito a domarle, correndo sciolto e non infrangendo la regola 162.2


Dopo la gara ci ho riflettuto e ho ricordato come HANNO SEMPRE FATTO PARTE DEL GIOCO. Si sono risvegliati peró anche altri ricordi, altre sensazioni: la DETERMINAZIONE, LA VOGLIA DI RIVALSA, LA RABBIA, il NON VOLER MOLLARE, sensazioni che non provavo da un sacco di tempo! A Pavia non sono stato in grado di tirarle fuori in una gara corsa in maniera rilassata e amministrata. 
Forse avevo troppi timori di base, quindi ho corso controllando me stesso, sicuro ma rilassato; convinto che  movimenti sciolti avrebbero garantito un risultato positivo a prescindere dal risultato cronometrico che sarebbe venuto. Correre bene, ma non fare NULLA DI DIVERSO DA QUELLO CHE MI ERA STATO CHIESTO. ASSENZA TOTALE DI CATTIVERIA.

Questo da un lato mi lascia soddisfatto, perché ho margine, dall'altro no: la cattiveria SERVE. Non é facile, ma l'ATLETA VERO non é chi fa il compitino, ma solo chi SUPERA SE STESSO.

Ciononostante, non posso dirmi altro che CONTENTISSIMO di essere riuscito a GAREGGIARE, e di aver corso su livelli prossimi al mio personale.  FINALMENTE UN 400 COME DIO COMANDA!

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