Quante volte mi son sentito fare questa domanda: “Ma chi te lo fa fare?” oppure “Ma che voglia ne hai?”. Io credo che non si possa spiegare il gusto della carne ad un vegetariano; chi non ha mai provato a faticare, sudare, patire il freddo e il caldo su un campo di atletica non potrebbe capire.
Tre ore al giorno dedicate all’atletica, oltre che ai compagni di allenamento, sono vita, fatica, orgoglio, stima e sfida allo stesso tempo. Allo stesso momento.
Essere “Atleta” non finisce una volta levate le scarpette coi chiodi.
La dieta, alzarsi alle 9.30 la domenica mattina, gli addominali e le flessioni fatte anche a casa sono solo uno degli aspetti che ci porta ad essere chiamati “Pazzi”. Nonostante io non sia, e non sarò mai, l’uomo di punta, ho trovato altri “Pazzi” che, come me, condividono tutte queste fatiche. Ho trovato che con loro anche le prove lunghe possono diventare un allenamento fattibile, ho trovato amicizia, aiuto, rispetto, fratellanza ma anche risate, cazzate (Tante cazzate!) e litigi. Una volta ho trovato anche la ragazza!
Ho trovato che un allenatore, per quanto taciturno e severo, possa formare molto di più che mille professori. Ho capito il vero concetto di “Limite matematico” facendo le ripetute, piuttosto che le equazioni nelle ore di scuola. Ho capito che è la fatica ad unire più persone, piuttosto che la felicità.
Allenarsi per tutto questo. E molto altro ancora.
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